OMBRELLO

dal latino medioevale umbrella, diminutivo di umbra, ombra.Oggetto portatile oggi usato esclusivamente per ripararsi dalla pioggia, con copertura in stoffa resistente all'acqua, divisa in spicchi, in modo da dargli aperto una forma di calotta sferica. Un tempo accessorio molto comune nell'abbigliamento, utilizzato anche in sostituzione del bastone da passeggio, adoperato durante il periodo della bella époque per difendersi dal sole.E' costituito dall'impugnatura, dalle stecche e dalla copertura. L'impugnatura (manico) oggi si costruisce generalmente in legno (ricoperto o meno di pelle) o metallo cromato o dorato, in varie fogge secondo la moda; essa si prolunga in un asta di metallo o legno ...

...o legno più o meno lungo, ben calibrata e levigata perché vi possa scorrere liberamente il collare che unisce le bacchette; termina con il puntale per lo più di metallo. Le bacchette (o stecche) sono di ferro o di acciaio a sezione tonda o ad U e in ogni caso molto flessibili. A un estremo esse vengono imperniate sul collare e all'estremo opposto sono munite di un forellino che serve a fissare la stoffa di copertura. Alla metà circa delle stecche sono fissate a cerniera le forcelle, anche esse di metallo, che all'altra estremità vengono imperniate sul collare. Il numero delle bacchette, e quindi delle forcelle, va da un minimo di 6 a un massimo di 24. La copertura è eseguita con stoffe, generalmente, di taffetà di poliammide, poliestere, poliestere/cotone, cotone misto con seta in diverse proporzioni (gloria, a bassa percentuale di seta; royal al 20-25% di seta; tramé al 40-50% di seta). Dal tessuto si preparano tanti triangoli (in numero uguale a quello delle bacchette) leggermente curvilinei che vengono poi ricuciti fianco a fianco in modo che i vertici concorrono a uno stesso anello. Questo viene poi infilato sull'asta e fissato, mentre le basi dei singoli triangoli di stoffa vengono fissate alle punte delle bacchette. francese: parapluie inglese: umbrella tedesco: Schirm spagnolo: paraguas. STORIA - L'origine è legata al sole sereno, al sole sfolgorante; ce lo dice l'etimologia (ombra): quando nacque era il parasole, non il paracqua. La sua invenzione si perde nella notte dei tempi; in origine ebbe un significato soprattutto religioso, essendo simbolo di divinità e potenza. Come tale compare in rilievi assiri, in Egitto, in Cina. In Grecia fu attributo di molte divinità; ombrelli venivano portati nelle processioni di Poseidone, di Bacco, ecc. ad Atene. In seguito divenne soltanto segno di nobiltà, e oggetto di uso comune, più o meno lussuoso. Mentre sopravviveva nell'uso liturgico della Chiesa, solo verso il XV sec. si ritornò all'uso pratico dell'ombrello da sole o da pioggia, generalmente ricoperto di cuoio. I Gesuiti importarono poi dall'Estremo Oriente, l'uso di ricoprire gli ombrelli di seta leggera. Dal XVII sec. in poi l'ombrello, di fogge svariatissime secondo la moda, fu sempre in gran voga, come accessorio dell'abbigliamento femminile, talvolta di raffinata eleganza nell'impugnatura e nelle guarnizioni (pizzi, ricami in seta, piume, ecc.). La trasformazione in parapioggia si ebbe solo nell'800, con ombrelli in tela cerata, e strutture in canna, in legno, e anche in stecche di balena.CURIOSITA' - In alcune regioni dei Balcani gli sposi si presentano alla cerimonia con due granfi ombrelli: la sposa terrà il suo per il puntale, lo sposo normalmente per il manico.






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IL COTONE -dalla piantagione al tessuto- di Massimo Moretti
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