INTERFODERE (INTERNI)
Si possono definire interfodere o interni tutti quei tessuti (peli cammello, crine animale, crine sintetico, tele, rasi, tessuti a malia, trameur) o assimilabili (non tessuti, del cui gruppo fanno parte anche i feltri, agugliati, foam, ovatte, veli di resina) che vengono impiegati nella confezione di un qualsiasi capo di abbigliamento per aiutare la lavorazione industriale, la realizzazione stilistica, il mantenimento nel tempo delle caratteristiche del capo stesso. Il nome di "interni" deriva dal fatto che, salvo rare eccezioni, questi materiali non sono visibili a capo confezionato in quanto sempre racchiusi fra tessuto-tessuto o tessuto-fodera.Gli interni assolvono le funzioni di:1. controllo ...
... dei movimenti del tessuto esterno (nello stiro e nei lavaggi);2. formazione di volumi o forme (colli, zone petto, spalle, ecc.);3. sostegno dei tessuti esterni (davanti capi spalla, colli di camicie, ecc.);4. resistenza alle deformazioni d'uso (tasche, cinture, ecc.).Questi possono essere:Rinforzi termoadesivi - E' ora il metodo più diffuso, nella maggioranza delle confezioni di prodotti di massa, per ragioni sia economiche che funzionali. Sul rinforzo tessile viene applicata (termoadesivazione), su una faccia, una resina termoplastica (resine per termoadesivi) che rammollisce (si scioglie), per effetto del giusto calore e con appropriata pressione di una pressa (preferibilmente) o di un ferro da stiro; la resina fluirà nel tessuto del capo finché questo ed il rinforzo saranno perfettamente uniti.Rinforzi cuciti - Si impiegano su quei tessuti non idonei al trattamento di termoadesivazione, o nei casi in cui chi deve fare il capo non possiede l'attrezzatura necessaria.Ancora oggi, sovente si dice "intelare" per intendere l'applicazione di interni e " tele" o "canapi" in alternativa ad interfodere. francese: entoilage inglese: interlining; interfacing tedesco: einlage; futter. STORIA - L'esigenza di irrobustire l'abito per evidenziare particolari effetti di volume e di foggia risale agli albori della civiltà (si pensi che i cinesi usavano appretti a base di amido di riso), ma certamente la grande svolta si verificò intorno ai primi anni del secolo scorso: l'avvento dell'abito moderno e la progressiva diffusione della macchina per cucire indussero all'impiego di interfodere cucite al tessuto esterno. Inizialmente, altro non erano che tessuti di canapa o di lino, per loro natura di scarso valore ma perfettamente adatti allo scopo di rinforzare il davanti delle giacche in modo da fungere da vera e propria "intelaiatura". Negli anni '20, quando i cappotti presero il sopravento sulle mantelle e le giacche si svilupparono nel costume e nella moda, la necessità di avere delle interfodere più idonee all'uso portò alla ricerca di nuovi prodotti. Si giunse così a crini di cavallo, e ai peli di cammello e di capra. La fase più importante si ebbe nel dopoguerra, intorno agli anni '60. Fu allora che, nella ricerca dell'ottimizzazione del ciclo lavorativo, vennero introdotti due nuovi tipi di tessuti per interni: i crini sintetici e i termoadesivi. I primi cercando di ricalcare le caratteristiche qualitative dei crini animali (mano, scatto, ecc.), offrivano la possibilità di disporre di un tessuto in altezza maggiore (cm. 150/160 anziché cm. 40/45) e quindi più adatto alla lavorazione industriale, con evidenti vantaggi nelle operazioni di stesura e taglio. I secondi, derivati dai tessuti in pelo cammello, all'inizio conservarono la pesantezza dei "progenitori"; col trascorrere degli anni, o termoadesivi si alleggerirono sempre più, sino a che la gamma si ampliò dagli articoli in lana o pelo ad altri in puro cotone, cotone-viscosa, tricot di nylon e maglia bloccata.Interfodera (Interno) francese: entoilage inglese: interlining tedesco: innenleben spagnolo: entretela Interfodera termoadesiva francese: entoilage thermocollant; toile thermocollante inglese: fusible interlining tedesco: fixiereinlage spagnolo: entretela termofusible Per approfondire la materia si rimanda alla scheda "Interfodere"
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IL COTONE -dalla piantagione al tessuto- di Massimo Moretti
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