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CONTROLLO QUALITA' NEL TESSILE

PROVE SU FIBRA, FILATO , TESSUTO

   

PREMESSA: un accurato sistema di controllo della qualità del prodotto, che si affianca ed integra il controllo del processo produttivo, è condizione indispensabile per la migliore rispondenza dei prodotti alle aspettative della clientela.

Il controllo di processo tiene in monitoraggio le variabili di lavorazione, quali gli andamenti del macchinario e le condizioni ambientali, il controllo del prodotto verifica i requisiti e le caratteristiche di materia prima fibrosa, semilavorati della filatura, filati unici e ritorti, tessuti. Nella descrizione delle varie tipologie di prove qualitative per quanto riguarda la materia prima si farà riferimento particolare al cotone.

 

   

 

 

 

 

 

MATERIA PRIMA

 

La corretta scelta di un cotone, con riferimento al tessuto finale di destinazione, è fondamentale per la lavorabilità e le caratteristiche qualitative; ad essa si deve dedicare ogni attenzione perché  un errore in questo senso è difficilmente rimediabile anche dal più bravo dei filatori e, non a caso, una volta si diceva che "i bonifici non si filano".

Le caratteristiche da controllare, oltre alla valutazione soggettiva del classificatore che determinerà il “tiglio manuale” (lunghezza del cotone), aspetto, carattere del lotto in esame, sono diagramma fibroso, finezza, resistenza, quantità di scarto che si produrrà nella lavorazione.

Nei laboratori in cui vengono effettuate queste prove fisiche è indispensabile che siano assicurate condizioni termoigrometriche costanti.

Per ogni tipologia di cotone si utilizzano “cotoni di calibrazione” per la corretta taratura degli apparecchi.

 

DIAGRAMMA FIBROSO -  Con un selezionatore a pettine si prepara un “pennello” di fibre che vengono sottoposte alla lettura di un sensore ottico, con la successiva trasposizione in un diagramma di frequenza, dal quale si ricavano tutti gli indici significativi di lunghezza media e coefficiente di variazione della lunghezza stessa.

 

FINEZZA MICRONAIRE - Questa prova determina un indice di finezza della fibra; il metodo è basato sulla caduta di pressione di un flusso d'aria che attraversa la massa di fibre di un provino del peso di 3,24 grammi e volume fisso, con indicatore che galleggia per effetto della pressione nel tubo di misurazione, che indica il valore di microgrammi per pollice inglese.

In sostanza è la permeabilità all'aria ed è indice di finezza in quanto più sottili sono le fibre, tanto più piccoli e numerosi sono gli interstizi tra le stesse e conseguentemente sarà più alta la resistenza al passaggio dell'aria.

A fibra più fine corrispondente valore micronaire più basso; è anche indice di maturità in quanto, a parità di tipo di cotone, le fibre immature, più vuote e leggere, sono in maggior numero nel campione e fanno registrare valori più bassi.

 

 

RESISTENZA DELLE FIBRE - La prova viene effettuata su un fascetto di fibre parallelizzate e prive di impurità; il fascetto di fibre è chiuso tra due morsetti, viene liberata una slitta che si sposta sino alla rottura delle fibre, facendo leggere un valore su scala graduata.

Il campione viene poi pesato su bilancia di precisione (il peso varia da 2 a 5 milligrammi) e si calcola l'indice. chiamato “PRESSLEY” mediante il rapporto tra carico di rottura in libbre e peso del fascetto in milligrammi.

 

 

ANALIZZATORE SCARTO - E' un apparecchio che permette di determinare la resa della materia prima su campione di 100 grammi, mediante l’azione di cilindro con guarnizione a denti di sega su griglia; si ottiene così la separazione del materiale estraneo e delle polveri.

 

 

   

 

 

NASTRI, STOPPINI, FILATI

 

INDICATORE DI NEPS E PARTI VEGETALI ESTRANEE  La prova viene effettuata con un apparecchio carrellato che si porta vicino alla macchina da controllare; viene alimentato con nastro di carda (anche di pettinatrice) e determina la quantità di neps di diametro superiore a 0,5 millimetri e la quantità di materiale estraneo ancora presente.

Il nastro passa sotto l'azione di una cardina che lo apre, separando la parte estranea e convogliandola in un cassettino per la successiva pesatura, mente sensori a fotocellula leggono il numero di neps di diametro superiore a 0,5 millimetri.

 

TITOLAZIONE SU NASTRO - Si prepara un provino, generalmente di 10 metri di nastro, mediante un aspino a tamburello e lo si pesa su una bilancia "romana" con scala opportunamente graduata per la lettura diretta del titolo Ne.

 

 

SCARTO ALLA PETTINATRICE - Per determinare la percentuale di scarto effettivo in fase di pettinatura, si utilizza una bilancia differenziale.

Nella stessa unità di tempo ed in contemporanea si raccoglie da una parte il nastro prodotto dalla pettinatrice e dall'altra la quantità di cascame scartato; i due campioni si collocano sui due ganci della bilancia differenziale e sulla apposita scala si legge direttamente il valore.

 

 

REGOLARITA’ DI NASTRI, STOPPINI, FILATI - Il materiale viene fatto passare in un regolarimetro elettronico che “vede” e registra le variazioni di sezione attraverso un condensatore di misura, le quantifica con un valore di irregolarità, le traccia su un diagramma e, mediante un integratore ed uno spettrografo, traccia lo spettrogramma da cui si ricavano le lunghezze d'onda dei difetti periodici.

Dall'esame di questa documentazione, il tecnico è in grado di definire eventuali interventi correttivi.

Nelle figure sono illustrati, in successione, diagramma, spettrogramma. Per i filati si utilizza anche un sistema di controllo visivo utilizzando un apparecchio PLANOFIL, costituito da un distributore del filo a spire parallele su tavola nera conica: la conicità mette in rilievo i difetti periodici.

 

 

 

 

 

RESISTENZA DEI FILATI - L'apparecchio che si utilizza per determinare la resistenza è il dinamometro; una lunghezza di filato di 50 centimetri viene fissata tra due morsetti, di cui uno mobile che si sposta sino a rottura del filo.

Viene letto il valore di carico di rottura in grammi, che può venire trasformato in lunghezza di rottura in kilometri e la percentuale di allungamento, che è indice di elasticità.

 

PROVA DI TITOLO- Per provare il titolo occorre formare dei filzuoli di filato su aspino elettrico del tipo di quello in figura ed a lunghezza determinata; il filzuolo si può pesare sulla tradizionale “romana” o, preferibilmente, su bilancia elettronica con registrazione automatica dei dati, calcolo della media e del coefficiente di variazione.

 

PROVA DI TORSIONE - Viene utilizzato il torsiometro, su cui si applicano ai morsetti campioni di filo di 50 centimetri.

Per filati unici si utilizza il metodo della detorsione e successiva torsione sino al valore di partenza (naturalmente il valore letto viene diviso per due); per i filati ritorti si procede alla sola detorsione sino a rendere paralleli i singolo fili componenti.

 

PROVE DI SCORREVOLEZZA DEL FILATO - Nelle lavorazioni dei settori maglieria e calzetteria è importantissimo che, per l'andamento in macchina e per la regolarità delle taglie dei capi, il filato utilizzato sia il più uniforme possibile anche sotto l'aspetto della scorrevolezza che viene data con l'operazione di paraffinatura.

L'apposita apparecchiatura, è costituita da appositi rulli che sentono il grado di resistenza che il filo offre allo Scorrimento, lo trasformano in valore numerico e lo registrano su computer per le conseguenti valutazioni.

   

 

 

 

 

 

 

ALTRE PROVE

 

TEST MICROSCOPICI - un sistema computerizzato ad alta prestazione concepito per analisi di fibre, filati, tessuti, composto da macro-microscopio completo di adauatore per telecamera, micro-microscopio, software per elaborazioni statistiche, misurazioni in micron, comparazioni tra fotografie ed immagini dal vivo, memorizzazioni di dati e di foto, stampante a colori.

 

RESISTENZA TESSUTI - Per testare la resistenza dei tessuti alla trazione si utilizza un dinamometro, con fissaggio ai morsetti di un campione di tessuto di 50 centimetri; i risultati di resistenza e di allungamento vengono registrati ed elaborati automaticamente.

Sui tessuti a maglia, utilizzando lo stesso dinamometro cui viene applicato un dispositivo particolare si esegue la prova di resistenza alla perforazione da parte di una sfera metallica.

 

SOLIDITA' TESSUTI TINTI - Mediante appositi "testimoni" in tessuto bianco viene verificato il grado di cessione di colore sotto l'azione di lavaggio o del sudore.

Con apposito apparecchio detto CROCK METER, viene verificata la solidità allo sfregamento mediante ripetuti passaggi di una slitta di sfregamento con materiale abrasivo sul tessuto campione.

 

PROVE PARTICOLARI  - Le attuali esigenze di mercato spingono a trovare soluzioni tecniche che permettano di sottoporre i tessuti a determinazioni inerenti il "comfort" di indosso quali impermeabilità all'acqua, permeabilità all'aria, traspirabilità e proprietà termiche, proprietà anti raggi UV, proprietà antimicrobiche, antiallergiche e di protezione dai campi magnetici.

 

 

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