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In
base a questa. analisi possono essere eliminati, modificati o sostituiti alcuni
movimenti, in modo da rendere il procedimento più facile o meno pesante, e
quindi più celere e meno Costoso.
Il
fine dello studio dei metodi è quello di aumentare la produttività dei
prestatori d'opera attraverso i seguenti provvedimenti:
-
eliminazione dei movimenti inutili,
-
semplificazione e riduzione dei movimenti,
-
miglioramento delle attrezzature,
-
normalizzazione dei procedimenti,
-
istruzione degli operatori ("training"),
-
riduzione dello sforzo fisico e quindi della fatica,
-
miglioramento dell'ambiente di lavoro.
Lo
studio dei tempi riguarda il procedimento per la determinazione della
cosiddetta "quantità di lavoro".
La
quantità di lavoro è la durata di una determinata operazione che viene
eseguita da un prestatore d'opera il quale:
-
è normalmente addestrato e inserito nell'azienda,
-
lavora in condizioni normali,
-
Osserva il metodo di lavoro prescritto,
-
in grado di svolgere il suo lavoro,
-
viene adeguatamente retribuito,
-
lavora con discreta passione.
L'analisi
dei tempi di lavorazione offre innegabili vantaggi sia nella conduzione che
nella competitività di un'azienda. Infatti essa permette:
-
un possibile miglioramento dei metodi di lavoro,
-
una attendibile determinazione dei costi di lavorazione,
-
la programmazione della produzione,
-
la possibilità di adottare la retribuzione ad incentivo della mano
d'opera,
-
la possibilità di introdurre nell'azienda nuove attrezzature
e
nuovi impianti.
si
conoscono diversi metodi per la determinazione dei tempi di lavorazione, metodi
che vanno da quelli più grossolani a quelli più rigorosi e che possono essere
cosi distinti:
1.
metodi basati sulla stima
2.
metodi basati sul cronometraggio
3.
metodi statistici o
multimoment
4.
metodi basati sui tempi predeterminati
1.
Metodi basati sulla stima
In questo caso i tempi di lavorazione vengono
determinati mediante una "stima" da tecnici la cui esperienza deve
essere comunemente riconosciuta.
Tuttavia,
essendo il procedimento dipendente da fattori soggettivi e quindi molto
empirico, l'attendibilità dei risultati è alquanto relativa e discutibile.
Questi
metodi trovano ancor oggi dei sostenitori soprattutto in talune industrie a
carattere artigianale o comunque di piccole dimensioni.
2.
Metodi basati sul cronometraggio
Sono
molto usati nelle industrie tessili e, oltre a permettere una esatta
determinazione dei carichi di lavoro e dei costi di lavorazione, offrono
risultati soddisfacenti nello studio dei metodi di lavorazione. Ad essi si
ricorre soprattutto quando si hanno delle lavorazioni a ciclo continuo nelle
quali le operazioni manuali presentano una notevole incidenza, come per
esempio la binatura, l’aspatura,la dipanatura, la gasatura, l'incorsatura, il
controllo pezze, l'abbigliamento e le confezioni in genere.
In
breve, si. tratta di determinare il cosiddetto "tempo standard",
ossia il tempo necessario a compiere un determinato lavoro. Tale
determinazione si realizza procedendo come segue:
a.
raccolta di tutte le informazioni relativi alla lavorazione in oggetto
(movimenti da eseguire,
attrezzi da usare, spostamenti da effettuare,
attese dell'operatore e della macchina, soste e riposi, condizioni di lavoro,
climatiche e igieniche);
b.
suddivisione del lavoro da eseguire in operazioni elementari (per esempio
nella lavorazione di binatura il lavoro di alimentazione verrà suddiviso in:
sostituzione del tubetto vuoto con la rocca piena, ricerca del capo su detta
rocca, sistemazione del filo sul tragitto di lavoro, ricerca del capo interrotto
sulla rocca da confezionare, giunzione dei capi, messa in tensione dei vari
capi, avviamento della testa);
c.
determinazione dei "tempi base", mediante cronometraggio dei tempi
relativi alle operazioni elementari (lo strumento più usato per il rilievo dei
tempi è il "cronometro centesimale", il quale presenta due quadranti
di grandezza diversa con relative lancette: il quadrante grande rappresenta i
minuto diviso in cento parti, il quadrante piccolo porta 30 divisioni di i
minuto; premendo su un bottone le lancette vengono messe in moto o fermate o
riportate a zero);
d.
determinazione del "tempo medio", che preferibilmente si fa
corrispondere al tempo base di massima frequenza (la media aritmetica dei
tempi base è meno attendibile);
e.
determinazione delle "maggiorazioni", ossia di quei tempi che
vengono assegnati, operazione per operazione, a seconda dello sforzo
richiesto, del carico di lavoro, delle condizioni di lavoro e delle necessità
(in genere le maggiorazioni per sforzi vanno dal 3 al 5% del tèmpo medio,
quelle per carico e condizioni di lavoro raggiungono il 4% e quelle per
necessità personali il 5%);
f. determinazione
del "tempo standard", aggiungendo al tempo medio tutte le
maggiorazioni.
3.
Metodi statistici o "multimoment"
Sono
stati introdotti nelle industrie negli anni 50 e in breve tempo hanno trovato
larghi consensi, in quanto essi permettono di effettuare vaste indagini e di
ottenere risultati attendibili in un tempo di gran lunga inferiore a quello
richiesto dagli altri metodi.
I
metodi delle rilevazioni istantanee multiple, così vengono anche
chiamati, consistono essenzialmente nella esecuzione di una serie di
osservazioni, opportunamente distanziate nel tempo, durante le quali si rilevano
le attività o le inattività di cui si vuol conoscere la frequenza.
Il
procedimento si basa sulle leggi della statistica e sul calcolo delle
probabilità, ed è perciò che le rilevazioni si fanno in gran numero e in
momenti scelti a caso.
Oltre
che per lo studio dei tempi, questo metodo pub essere impiegato per la
determinazione dei "fattori di utilizzo" (valori che esprimono
l'operatività di una macchina, di un reparto, di un impianto, di una persona o
dl più persone).
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Supponiamo,
per esempio, di voler conoscere il fattore di utilizzo degli operai addetti
alla conduzione di macchine a tessere con mansioni di riparazione rotture fili
ordito e trama, sapendo che gli stessi, per contratto, devono avere un
"carico di lavoro" non superiore al 50% (per carico di lavoro
s'intende il tempo di lavoro effettivo rispetto al tempo a disposizione o
pagato).
Il
numero dei rilievi da eseguire è dato dalla formula:
dove:
Nr èil numero minimo di rilevazioni da eseguire,
C1
è l carico di lavoro in valore assoluto,
E
è 'errore possibile in valore assoluto.
Qualora
si desideri un risultato attendibile al 95% (% di errore), avremo:
questo
punto vengono stabiliti i periodi nei quali dovranno essere fatte le
osservazioni: normalmente, per tener fede ai principi della statistica, ci si
serve di una tavola dei numeri casuali o si procede per sorteggio.
Al
momento stabilito si dovrà rilevare in modo "fotografico", cioè
istantaneamente, il lavoro svolto dal tessitore, senza lasciarsi influenzare
da quanto succede prima o dopo l'osservazione.
Ammettiamo
che il numero dei "rilievi positivi" (quelli in cui l'operaio
osservato era impegnato a riparare rotture di fili) sia di 890.
Il
numero dei rilievi positivi espressi in percentuale del numero dei rilievi
effettuati ci farà conoscere il fattore di utilizzo del tessitore, ed
esattamente:
Visto
che il fattore di utilizzo supera il carico di lavoro contrattuale, sarà
necessario diminuire il carico di lavoro effettivo.
Perciò,
ammettendo che il numero dei telai assegnati al tessitore sia di 40, per
proporzione determineremo:
4.
Metodi basati sui tempi predeterminati
Quello
maggiormente seguito è il "Methods Time Measurement" detto
semplicemente MTM.
Esso
si avvale di apposite tabelle sulle quali si possono trovare
i tempi, espressi in centimillesimi di ora
("cmh"),
occorrenti per realizzare i
movimenti stabiliti in precedenza.
Tali
movimenti sono raggruppati e così suddivisi:
in
ciascuno di questi gruppi si distinguono i tempi relativi alle grandezze che
caratterizzano i movimenti stessi, come:
-
la distanza da raggiungere
-
il peso da sollevare o spostare
-
le dimensioni dell’oggetto da muovere
-
la resistenza opposta al movimento e
quindi lo sforzo da esercitare
-
l’eventuale simultaneità nei
movimenti
-
l’eventuale interferenza tra i
movimenti
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