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    DIFETTI SU TESSUTI 
    
 
     
 
     
      
   
     
      
    TESSUTI: classificazione delle caratteristiche e difetti e metodi di 
    controllo 
     
    Difetti nei tessuti per l'abbigliamento 
     
    1. GENERALITà 
     
    Per difetto si intende il mancato rispetto di un livello di qualità 
    stabilito come standard (esempio: buco in un tessuto). 
     
    Queste raccomandazioni sono limitate alle caratteristiche dei tessuti che 
    possono essere rilevate da una persona esperta con o senza l'aiuto 
     
    di strumenti d'uso corrente. Quando è possibile rilevare una irregolarità 
    relativa ad una di queste caratteristiche, si tratterà di un 
     
    "difetto" a condizione che questa irregolarità sia: 
     
    - constatata sul tessuto così come è stato consegnato; 
     
    - pregiudizievole per l'indumento finito. 
     
    Ogni caratteristica ed ogni difetto descritto in questo post comportano: 
     
    - la definizione; 
     
    - i metodi di controllo e di misura; 
     
    - le tolleranze ammesse. 
     
    Ogni impossibilità di rispettare le raccomandazioni dovuta a tecniche 
    particolari di produzione deve essere portata a conoscenza 
     
    dell'acquirente prima dell'accettazione dell'ordine. 
     
    1.1 Medodi di controllo e di misura 
     
    La responsabilità del controllo della qualità del tessuto prima della 
    consegna spetta in ogni caso al fornitore, che deve indicare prima 
     
    della conclusione del contratto il campione-tipo, preso come base di 
    referenza per il disegno, il colore ed il finissaggio. Questo campione 
     
    potrà essere: il campione di referenza, il taglio o la pezza-tipo. 
     
    1.2 Tolleranze 
     
    Le tolleranze citate in questo post rappresentano i limiti entro i quali i 
    difetti non danno luogo ad un bonifico. 
     
    La qualità di un tessuto viene definita in due modi: 
     
    - per diffettosità 
     
    - per variabili 
     
    2. Classificazione difetti 
     
    Rientra in questa categoria ogni difetto del tessuto che possa essere 
    individuato a vista sul tessuto così come è stato consegnato e che sia 
     
    pregiudizievole per l'indumento finito. 
     
    Il tessitore deve segnalare questi difetti ed irregolarità con appositi 
    richiami con fili alle cimosse (in gergo detti "campanelli"). 
     
    I difetti possono essere classificati a seconda della gravità del danno in: 
    "difetto piccolo", "difetto medio", "difetto grande". Si 
     
    raccomanda di utilizzare un codice di colori per segnare i difetti, che, 
    generalmente, è: 
      
    
  
 
    
    
     
    - verde per i difetti piccoli, 
     
    - giallo per i difetti medi, 
     
    - rosso per i difetti grandi 
     
    E' bene precisare che nei grandi gruppi industriali vengono definite delle 
    "Condizioni generali d'acquisto" (Capitolati) che possono 
     
    risultare più severe per il venditore delle raccomandazioni qui indicate. 
     
    Difetto piccolo (Categoria A) - un difetto la cui dimensione in catena ed in 
    trama non supera i 5 cm. Ad un difetto piccolo corrisponde un 
     
    bonifico di 20 cm. 
     
    Difetto medio (Categoria B) - un difetto la cui dimensione in catena o in 
    trama è superiore a 5 cm. ma inferiore a 100 cm. Ad un difetto 
     
    medio corrisponde un bonifico di 50 cm. 
     
    Difetto grande (Categoria C) - un difetto la cui dimensione in catena o in 
    trama è superiore a 100 cm. Ad un difetto grande corrisponde un 
     
    bonifico di 75 cm., più: 
     
    a) la lunghezza del difetto nel senso della catena se la sua dimensione nel 
    senso della trama è superiore a 5 cm.; 
     
    b) la metà della lunghezza del difetto in catena se la sua dimensione nel 
    senso della trama non supera i 5 cm. 
     
    Categoria A - Difetti piccoli 
     
    Se il totale dei bonifici per i difetti in una pezza supera: 
     
    3% della lunghezza con al massimo 6 difetti in una pezza di 50 metri, 
     
    4% della lunghezza con al massimo 8 difetti in una pezza da 50 metri, 
     
    5% della lunghezza con al massimo 10 difetti in una pezza da 50 metri. In 
    questo caso si potranno applicare le disposizioni della categoria C. 
     
    Categoria B - Difetti medi 
     
    1. Nessun reclamo, oltre al bonifico indicato, può essere formulato se le 
    tolleranze definite non sono superate. 
     
    2. Se le tolleranze definite sono superate: 
     
    a) il venditore deve avere la facoltà di ridurre lo scarto nei limiti 
    tollerati se la sua natura ed il tempo lo permettono. Quando le 
     
    circostanze non permettono di agire secondo a): 
     
    b) si applicheranno i bonifici definiti in queste raccomandazioni o quelli 
    previsti da appposito capitolato, oppure: 
     
    c) l'acquirente potrà restituire la pezza. 
     
    Categoria C - Difetti grandi 
     
    a) il venditore deve avere la facoltà di ridurre lo scarto nei limiti 
    tollerati se la sua natura ed il tempo lo permettono. Quando le 
     
    circostanze non permettono di agire secondo a): 
     
    b) Le due parti possono mettersi d'accordo su un bonifico (se non già 
    precedentementi stabiliti con un capitolato), oppure: 
     
    c) l'acquirente potrà restituire la pezza. In questo caso sempre 
    l'acquirente può chiedere il riconoscimento di un danno per mancata vendita 
     
    (si pensi se lo stesso ha "lettere di credito" aperte) o di ritardo di 
    consegna (con sconti che ha dovuto concedere ai suoi clienti per 
     
    accettare la merce).  
     
    Definizioni, metodi di misura e di controllo della diffettosità dei tessuti 
     
    Categoria A 
     
    1. In catena: filo grosso o "grosseur"; filo mancante; filo tirato o teso: 
    filo doppio totale o parziale. 
     
    1.1. Definizione dei difetti- Filo grosso o filo fine: filo di catena in cui 
    il diametro differisce da quello normalmente utilizzato per i 
     
    fili che compongono il tessuto. 
     
    - Filo teso o filo fluttuante: filo di catena o parte di un filo di catena 
    più teso o meno teso degli altri fili che compongono il tessuto. 
     
    - Filo mancante o rotto: assenza totale o locale di un filo di catena. 
     
    - Filo doppio: filo o porzione di fili di catena che formano il tessuto 
    accidentalmente doppi. 
     
    1.2. Metodo di controllo 
     
    Valutazione visiva delle imperfezioni del tessuto che sarebbero 
    inaccettabili su un indumento, e misura della loro lunghezza. 
     
    2. Rigature in catena 
     
    2.1. Definizione del difetto - Rigature parziali o totali nel senso della 
    catena, di aspetto differente dall'insieme della pezza. 
     
    2.2. Metodo di controllo - Valutazione visiva delle imperfezioni che 
    sarebbero inaccettabili su un indumento, e misura della loro lunghezza. 
     
    3. In trama: trama grossa o fine; trama tirante o tesa; trama mancante 
    totalmente o in parte; trama doppia totale o parziale. 
     
    3.1. Definizione dei difetti- Trama grossa o trama fine: filo di trama il 
    cui diametro differisce da quello normalmente utilizzato per i fili 
     
     
    componenti il tessuto. 
     
    - Trama tesa, tirante o allentata: filo di trama o parte di un filo di trama 
    più teso o meno teso degli altri che compongono il tessuto. 
     
    - Trama mancante: assenza involontaria di un filo di trama completo sulla 
    larghezza totale del tessuto. 
     
    - Trama rotta: lunghezza del filo di trama che è inserito su una sola parte 
    della lunghezza del tessuto. 
     
    - Trama doppia: fili o porzione di fili di trama che formano il tessuto 
    accidentalmente doppiati. 
     
    - Trama rientrata: il filo di trama trascinato inavvertitamente nel tessuto 
    durante la tessitura. 
     
    3.2. Metodo di controllo 
     
    Valutazione visiva delle imperfezioni del tessuto che sarebbero 
    inaccettabili su un indumento, e misura della loro lunghezza. 
     
    4. Barrature in trama 
     
    4.1. Definizione del difetto 
     
    Rigature parziali o totali nel senso della trama, di aspetto differente 
    dell'insieme della pezza. 
     
    4.2. Metodo di controlloValutazione visiva delle imperfezioni delle 
    imperfezioni che sarebbero inaccettabili su un indumento, e misura della 
     
    loro lunghezza. 
     
    5. Nodi o piccole ingrossature del filo di catena o di trama 
     
    5.1. Definizione dei difettiNodi o piccole ingrossature di certi fili di 
    catena o di trama visibili da persona esperta, che guastano il 
     
    diritto del tessuto. 
      
    
  
 
    
    
     
    5.2. Metodo di controlloValutazione visiva dei difetti che sarebbero 
    inaccettabili su un indumento. 
     
    6. Rammendatura difettosa, pinzatura difettosa, strappi, buchi, macchie 
     
    6.1. Definizione dei difetti 
     
    - Rammendatura difettosa: rammendo di apparenza non buona sul diritto del 
    tessuto. 
     
    - Pinzatura difettosa: presenza di difetti non eliminati in occasione della 
    pinzatura. 
     
    - Strappi, tagli, buchi: rotture del tessuto che abbiano forme diverse. 
     
    - Macchie: superficie del tessuto impregnata di sporcizia. 
     
    6.2. Metodo di controllo 
     
    Valutazione visiva delle imperfezioni che sarebbero inaccettabili su un 
    indumento, e misura della loro lunghezza. 
     
    7. Pezze tagliate in più parti 
     
    7.1. Definizione del difetto 
     
    La pezza consegnata è tagliata su tutta l'altezza in due o più pezzi, il cui 
    insieme costituisce il metraggio convenuto. 
     
    7.2. Metodo di controllo 
     
    Constatazione del numero di pezzi che costituiscono insieme la lunghezza 
    della pezza ordinata. 
     
    Categoria B 
     
    8. Disegno 
     
    8.1. Definizione del difetto 
     
    Differenza del disegno in confronto a quello del campione tipo: 
     
    - effetti di colore, fili di effetto o fondo differenti; 
     
    - dimensioni del disegno differenti da quelle stipulate nel contratto. 
     
    Osservazione: Per i disegni a rapporto stabilito (quadri e righe, per 
    esempio) non si tratta qui di una differenza tra la pezza consegnata ed 
     
    il campione-tipo. La differenza di grandezza dei quadri in una stessa pezza 
    è trattata al punto 13: "irregolarità dei quadri". 
     
    8.2. Metodo di controllo 
     
    - Materiale: tavolo di larghezza almeno eguale a quella della pezza da 
    verificare e riga graduata. 
     
    - Modo di operare: misurare la lunghezza occupata da almeno 10 rapporti. Per 
    i rapporti inferiori a 10 cm. effettuare la misura su almeno un 
     
    metro. Non fare la misurazione del punto in cui si trova un richiamo 
    ("campanello"). 
     
    - Espressione dei risultati: si confronteranno i valori ottenuti con quelli 
    stipulati nel contratto o, in caso di assenza in tale 
     
    stipulazione, con quelli misurati sul campione tipo. Si considera lo scarto 
    maggiore, in più o meno. 
     
    8.3. Tolleranza 
     
    8.3.1. Per i disegni a rapporti stabiliti (quadri o righe) la tolleranza 
    relativa alle dimensioni differenti da quelle stipulate nel 
     
    contratto è del 3% nel senso della catena e del 4% nel senso della trama.8.3.2. 
    Per le differenze di disegno che non figurano al 
     
    paragrafo 8.3.1., è impossibile fissare una tolleranza. 
     
    8.4. Conseguenze commerciali 
     
    Per le differenze che figurano al paragrafo 8.3.1. vedere la categoria B. 
    Negli altri casi, vedere categoria C. 
     
    9. Peso al metro quadrato o metro lineare 
     
    9.1. Definizione del difetto 
     
    Differenza di peso in rapporto ai dati descritti dal contratto. 
     
    9.2. Metodo di controlloSi considera come peso al mq il peso totale della 
    pezza diviso per la sua lunghezza esatta e per l'altezza effettiva, 
     
    cimosse comprese. 
     
    E' il peso calcolato su una superficie di 100 cm/q ed è espresso 
    generalmente al mq o in grammi al metro lineare (ml). 
     
    Formula MQ - ML 
     
    Peso al mq x altezza è 100 
     
    9.3. Tolleranza - E' importante la costanza del peso più che il peso in se 
    stesso, che deve comunque mantenersi entro il 5% di quello 
     
     
    dichiarato. Vale la norma UNI 5114 - ISO 3801 
     
    9.4. Bonifico - Si valuta in percentuale del prezzo del tessuto ed è uguale 
    alla differenza (rilevata in percentuale) tra il peso previsto ed 
     
    il peso reale della pezza diminuita della tolleranza ammessa, anch'essa 
    espressa in percentuale. 
     
    Esempio: 
     
    (a) Peso confermato del tessuto: 400 g/mq; 
     
    (b) Peso del tessuto consegnato: 360 g/mq; 
     
    (c) Differenza del peso in rapporto ad (a): - 10%; 
     
    (d) Scarto da bonificare: - 10% - (-4%) = - 6% 
     
    10. Lunghezza della pezza 
     
    10.1 Definizione del difetto10.1.1. La lunghezza consegnata (difetti 
    compresi) differente da quella stabilita nel contratto. 
     
    10.1.2. La lunghezza è definita dalla distanza compresa tra la prima e 
    l'ultima trama compresa fra le linee di demarcazione delle testate. 
     
    10.2. Metodo di controllo 
     
    Il controllo corrente sarà effettuato per mezzo di macchine per misurare. 
     
    10.3. TolleranzaSi accorda sulla lunghezza di ciascuna delle pezze 
    consegnate una tolleranza dal - 5% al + 10% in rapporto alla lunghezza 
     
    indicata nel contratto. 
     
    11. Metraggio per ordine 
     
    11.1. Definizione del difetto 
     
    Metraggio consegnato, per articolo e colore, superiore o inferiore al 
    metraggio ordinato. 
     
    Si tratta della lunghezza lorda, difetti eventuali compresi. 
     
    11.2. Metodo di controllo 
     
    Misurare la lunghezza di ogni pezza che fa parte dell'ordine. Totalizzare i 
    risultati ottenuti. 
     
    11.3. Tolleranza 
     
    - Sino a 1.000 metri da 5% con al massimo l'equivalente di una mezza 
    pezza; 
     
    - Da 1.000 a 5.000 mt.: 45 mt.; 
     
    - Da 5.000 a 10.000 mt.: 85 mt.; 
     
    - Oltre i 10.000 mt.: 115 mt. 
     
    11.4. Conseguenze commerciali 
     
    Nel caso la tolleranza venisse superata, l'acquirente può: 
     
    - rinviare il metraggio eccedente; 
     
    - accettare la consegna con un bonifico da stabilire di comune accordo; 
     
    - esigere il metraggio mancante. 
     
    In tessitura una fermata di telaio può dare o una chiarella (difetto di 
    trama) o una strabattuta. Una tensione non regolare può dare fili 
     
    tesi (stratesi) in trama. Una rottura del filo di ordito provoca una 
    fermata. Il filo può dare rigature in ordito, fasce di colore in trama 
     
    al cambio rocca, ecc. In tintoria si possono avere machie, ecc. 
     
    In ambito di controllo della diffettosità dei tessuti - funzione molto 
    importante soprattutto per categorie di prodotti di fascia alta - la 
     
    tendenza attuale mira a rendere tale controllo completamente automatico, con 
    il duplice scopo di garantire una assoluta obbiettività nella 
     
    valutazione (anche in riferimento alle certificazioni ISO-9000) e di ridurre 
    il costo della manodopera adibita al controllo stesso. Esse non 
     
    soddisfano a pieno i requisiti delle imprese tessili e della confezione, sia 
    per la complessità delle tecnologie adottate (e il conseguente 
     
    costo elevato) sia per la difficoltà della loro calibrazione. così il 
    controllo dei tessuti è ancora oggi eseguito off-line da personale 
     
    specializzato e l'ausilio del computer è limitato alla registrazione del 
    numero, del tipo e della posizione dei difetti sulla lunghezza del 
     
    tessuto. La ricerca di soluzioni innovative efficaci in tale ambito ha 
    spinto ad investigare circa l'applicazione della tecnologia dei 
     
    "Sensori Ottici Intelligenti" al problema del controllo oggettivo dei 
    tessuti in tempo reale. Al riguardo vi sono progetti di ricerca e 
     
    sviluppo (e questo è il futuro). 
     
    Le prove che il confezionista deve fare sul controllo della qualità dei 
    tessuti ad uso abbigliamento, prima di passarli alle linee di 
     
    lavorazione o di inviarli ai laboratori, riducono drasticamente la presenza 
    di capi d'abbigliamento difettosi, invendibili o comunque di 
     
    seconda scelta, producendo i capi nelle quantità programmate, ed ottenendo 
    equi bonifici dai produttori. 
     
    Tali prove, eseguite con macchinari appositamente studiati da aziene 
    meccanico-tessili, facilitano il riscontro della diffettosità e limitano 
     
    altresì le tecniche del collaudo finale dei capi d'abbigliamento. 
     
    Principali caratteristiche dei controlli che andrebbero fatte sui tessuti. 
     
    - Verifica dell'assenza di chiarelle, barrature, bastonature, ecc. Queste 
    verifiche si fanno con la specula. 
     
    - Verifica dell'assenza dell'imitazione dell'effetto "moirè" (o 
    inappropriatamente chiamato effetto fodera"), del contrasto colore 
     
    (testa-coda), del centro cimosa. 
     
    - Cambio di direzione dei tessuti a pelo da rotolo a rotolo. 
     
    - Misurazione esatta del tessuto in assoluta assenza di tensione mediante 
    tappeto trasportatore aspirante. 
     
    - Idoneità al controllo di qualsiasi tipo di tessuto e di maglia. 
     
    A questi controlli si possono aggiungere lavorazioni e trattamenti: 
     
    - Rientro e stabilizzazione allo stiro a vapore tessuti mediante vaporizzo 
    libero. Il decatizzo in continuo (Sponging), il trattamento 
     
    "Finish" (non solo per i tessuti in pura lana ma anche per articoli misti 
    seta e mischie con fibre artificiali o sintetiche). 
     
    - Radrizzatura dei tessuti non in dritto filo. 
     
    - Analisi e prove di laboratorio. 
     
    Prove sui tessuti 
     
    Le prove eseguite sui tessuti dai tessitori hanno lo scopo di controllare 
    dal punto di vista qualitativo le caratteristiche del tessuto 
     
    stesso. 
     
    Prove di permeabilità intese a determinare la permeabilità all'aria o 
    all'acqua dei tessuti. Sono eseguite con apparecchi di vario tipo, 
     
    denominati porosimetri. La prima consiste nel misurare il volume di aria 
    passata attraverso un campione di tessuto di determinata superficie, 
     
    in un dato tempo e con un dato vuoto costante. La seconda consiste nel 
    mantenere un campione di tessuto sotto una determinata pressione, o 
     
    una pressione crescente, e nel misurare il tempo occorso, o rispettivamente 
    la pressione massima occorsa, perchè la prima goccia d'acqua lo 
     
    attraversi, oppure nel misurare il volume d'acqua passata. 
     
    Prova di resistenza allo scoppio che permette di valutare la capacit� di 
    resistenza di un tessuto allorchè viene sottoposto a sollecitazione 
     
    uniforme in tutte le direzioni; è particolarmente indicata per i tessuti a 
    maglia e per i tessuti non tessuti. L'apparecchio utilizzato per 
     
    l'esecuzione di questo tipo di prova viene chiamato scoppiometro. Viene 
    eseguita con dinamometri a pressione di liquido o a pressione 
     
    meccanica; in questo caso il campione di tessuto, interposto fra i due 
    dischi forati al centro, viene sottoposto ad una graduale azione di 
     
    pressione, per mezzo di una sferetta, fino ad una perforazione del tessuto 
    stesso; tale pressione viene espressa in chilogrammi dall'indice 
     
    del dinamometro. 
     
    Prova di trazione intesa a determinare il carico di rottura, che definisce 
    la resistenza del tessuto e 2l'allungamento percentuale a 
     
    rottura", che ne definisce l'elasticità. Viene eseguita mediante il 
    dinamometro; consiste nel sottoporre a tensione una striscia di tessuto, 
     
    della larghezza di 5 cm. (10 cm. per la lana, piegata a metà) e della 
    lunghezza utile di 36 cm. (50 cm. con la parte serrata fra i morsetti 
     
    dell'apparecchio), prelevata sia nel senso dell'ordito, sia nel senso di 
    trama. 
     
    Prove di restringimento intese a verificare le alterazioni dimensionali. La 
    più diffusa verifica (ma anche contestata) e applicando la norma 
     
    DIN 53894 parte 2 (vaporizzazione e macchine per stiro). Altra prova è 
    quella messa a punto dalla azienda Veit (VEIT 7550) da eseguire sul 
     
    banco di prova del restingimento del tessuto. Si differenzia dalla prova DIN 
    per il fatto che non richiede una climatizzazione normalizzata e 
     
    perchè per il trattamento del materiale, invece di una piastra superiore 
    fissa, prevede un carrello a vapore che passa sopra al campione. Se 
     
    neccessario la verifica può essere eseguita anche direttamente sulla pezza 
    di tessuto. Altro metodo, breve, è la prova IWTO o CSIRO (sistema 
     
    FAST -4) che prevede che il campione contrassegnato su una superficie di 
    verifica di soli 25x25 cm2 sia immerso per mezz'ora in acqua a cui è 
     
    stata aggiunta una sostanza umettante. Per evitare una lunga climatizzazione 
    i provini prima del trattamento sono misurati allo stato 
     
    asciutto da essicatoio. Successivamente si calcola il restringimento da 
    rilassamento sulle dimensioni del campione nuovamente asciugato 
     
    rispetto alle dimensioni iniziali determinando l'espansione percentuale 
    delle dimensioni a tessuto bagnato ed a tessuto nuovamente asciutto. 
     
    Prova di usura intesa a valutare la durata del tessuto; è eseguita con l'usometro, 
    capace di produrre un'abrasione del tessuto in tutte le 
     
    possibili direzioni facendolo sfregare contro una superficie abradente, 
    solitamente carta vetrata, di grana varia a seconda del tipo di 
     
    tessuto. 
     
  
    
       
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