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  Nome comune: Escolzia 
Francese: Eschscholtzia 
Inglese: Eschscholtzia; Californian poppy 
Famiglia: Papaveraceae 
Parte utilizzata: parte aerea; radici
  
Escolzia Californica: è una delle migliori erbe per curare l'insonnia. Dalle parti aeree si ottengono 
alcaloidi, fitosteroli, carotenoidi e flavonoidi che le conferiscono ottime proprietà sedative ed ipnoinducenti. 
Gli alcaloidi, in particolare, agiscono sul SNC inducendo rilassamento muscolare e favorendo una buona qualità del 
sonno durante tutta la notte evitando risvegli improvvisi. Tra i principi attivi del fitocomplesso spicca la 
protopina efficace per la sua attività sedativa. Grazie a tutte queste sostanze questa pianta è particolarmente 
indicata in caso di disturbi del sonno caratterizzati da insonnia e risvegli frequenti ma anche in caso di stress, 
irritabilità e nervosismo. Vien utilizzata sotto forma di infusi, tinture madri, compresse o capsule di estratto 
secco ed è sconsigliata in caso di assunzione contemporanea di psicofarmaci e sedativi. 
Questa pianta è stata introdotta in Europa nei primi dell’800 ma era già conosciuta ed impiegata dagli indiani 
d’America. 
L'Escolzia è una pianta dai fiori giallo arancione, ricca di alcaloidi: la berberina, per un'attività sedativa, la 
protopina per un'azione antispasmodica, rilassante (e anche antibatterica), la criptopina calmante del cuore, la 
chelidonina come antidolorifico ed antispasmodico nel tratto intestinale e nella colecisti ed è nota anche per la 
sua azione disinfettante, antibiotica ed antifungina; la sanguinarina per la cura e la profilassi dell'igiene 
orale. Il fitocomplesso della pianta la rende efficace per migliorare la qualità del sonno ed è indicata per la 
sindrome da fase ritardata (ritardo nell’addormentamento). È ideale in caso di sonno disturbato da crampi. 
L'Escolzia può essere utilizzata tranquillamente anche per i bambini ed anzi rappresenta un ottimo coadiuvante per 
problematiche legate a quella fascia d’età quali agitazione, enuresi, e in caso di pertosse come calmante.
Data la sua alta valenza psicosomatica, l’Escolzia è particolarmente raccomandata in tutti i disturbi di 
sintomatologia gastrica ma di causa psicologica, grazie alle sue proprietà analgesiche. E’sconsigliato l'uso in 
gravidanza o durante l'allattamento, e in chi manifesta sintomi di ipotensione. 
La pianta di Escolzia viene utilizzata per l'attività sedativa e blandamente ipnotica ed analgesica. Anche se gli 
studi clinici sono ancora scarsi, numerosi sono i lavori che hanno indagato l'attività dei singoli 
alcaloidi...
  
Costituenti principali:  
·	alcaloidi totali 0,5% 
·	fitosteroli, carotenoidi, flavonoidi 
Attività principali: sedativa, ipnoinducente; analgesica. 
Impiego terapeutico: insonnia, distonia neuro vegetati va, sindromi dolorose (emicrania, spasmi colici e 
biliari...) Viene segnalato anche l'uso come calmante nella pertosse.
   
Le proprietà analgesiche e calmanti fanno utilizzare i preparati a base di Eschschoìtzia nel trattamento delle 
sindromi dolorose a carico dell'apparato digerente e delle vie biliari e nell'emicrania. 
Anche grazie a queste proprietà la pianta risulta utile nelle turbe del sonno accompagnate da crampi (miglioramento 
del microcircolo e azione spasmolitica da parte dei flavonoidi) e manifestazioni dolorose.  
Per uso topico preparati a base di Eschschoìtzia possono essere impiegati per combattere artralgie, mialgie, 
nevriti e sciatalgie. 
Curiosità: 
·	La pianta venne raccolta per la prima volta vicino a San Francisco da Adalberto Chamisso che volle dedicare 
questa scoperta al compagno di viaggio e capo della spedizione scientifica, che ebbe luogo in America nei primi 
anni del XIX secolo, J.F. Eschscholtz, botanico ed entomologo russo. Originaria infatti della California, venne 
introdotta in Europa agli inizi del 1800 come pianta decorativa per la bellezza del suo fiore. 
·	Gli indiani d'America e i primi coloni del Nord America utilizzavano le foglie come legume, bollite oppure 
cotte su pietre calde. Come medicamento veniva impiegata nelle coliche intestinali, biliari, nel mal di denti e 
anche per ridurre la lattazione, esternamente, in cataplasmi, nelle ulcerazioni.
 
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